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Avv. Luigi Ferrajoli

Avv. Luigi Ferrajoli

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di Luigi Ferrajoli - avvocato patrocinante in Cassazione, dottore commercialista e revisore legale in Bergamo e Brescia e direttore scientifico della rivista Accertamento e Contenzioso

La problematica inerente le ipotesi di responsabilità penale del professionista, che svolge l’attività di consulenza e assistenza a favore del contribuente, nei reati tributari commessi da quest’ultimo è particolarmente rilevante data anche l’attenzione posta dall’Agenzia delle entrate al fenomeno dei c.d. “consulenti-facilitatori” censurato nella recente circolare n. 16/E/2016

 

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Il presente studio si pone l’obiettivo di analizzare le principali peculiarità della tutela cautelare nel sistema processuale tributario, illustrandone sinteticamente l’evoluzione storica dalla sua introduzione fino alla recente riforma del contenzioso tributario attuata con il D.Lgs. 156/2015. 

 

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Con il presente lavoro si analizzano le conseguenze dell’abrogazione della norma che sanciva l’indeducibilità dei costi sostenuti in operazioni relative a Paesi a fiscalità privilegiata anche alla luce della sentenza della Corte di Cassazione n. 6651/2016.

 

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La Legge di Stabilità 2016 (208/2015) porta con sé importanti novità, per vero a lungo annunciate, sotto il profilo dell’individuazione dei termini di prescrizione dell’azione accertatrice dell’Amministrazione finanziaria, abolendo definitivamente il raddoppio in ipotesi di commissione di reati tributari e modificando gli ordinari termini di esercizio dei poteri di controllo da parte degli uffici sulle dichiarazioni dei redditi presentate dai contribuenti. La modifica giunge a pochi mesi di distanza dall’entrata in vigore del D.Lgs. 128/2015 c.d. “decreto sulla certezza del diritto” che aveva integrato la previsione di cui al comma 3 dell’articolo 43, D.P.R. 600/1973 introducendo una causa di inoperatività del raddoppio in presenza di reati tributari.

Ripercorrendo lo sviluppo dell’articolo di legge in esame è possibile delineare i profili applicativi dell’attuale normativa sul “termine per l’accertamento” anche alla luce del regime transitorio introdotto per regolamentare il passaggio dalla vecchia alla nuova disciplina e dissipare eventuali problematiche che potrebbero sorgere in tema di certezza del diritto dalla successione temporale delle intervenute modifiche normative. 

 

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Con la circolare n. 38/2015 l’Agenzia delle entrate ha riletto le novità introdotte dal D.Lgs. 156/2015 in relazione al contenzioso tributario fornendo alcuni chiarimenti sull’applicazione delle nuove norme. La pubblicazione del documento dà l’opportunità di rivedere le modifiche apportate al D.Lgs. 546/1992 a pochi giorni dalla loro – quasi integrale – entrata in vigore. 

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Con il presente contributo si procederà ad un’analisi delle diverse fattispecie nella quali può articolarsi il reato di bancarotta, che può essere commesso dal fallito nell’ambito del fallimento, nonché delle circostanze aggravanti ed attenuanti applicabili, come delineate dalla giurisprudenza di merito e di legittimità, con particolare attenzione alle tematiche più discusse sull’argomento.

di Luigi Ferrajoli - avvocato patrocinante in Cassazione, dottore commercialista e revisore legale

Dopo la riforma dei reati societari operata dalla L. 69/2015, il falso in bilancio resta al centro del dibattito giurisprudenziale. Non è, infatti, stato chiarito quale sia la sorte dei c.d. falsi valutativi posto che la Cassazione con la sentenza n. 890/2016 ha ritenuto che, nonostante l’espunzione della fattispecie valutativa dall’articolo 2621, cod. civ. tale ipotesi mantenesse una rilevanza penale. La Cassazione a Sezioni Unite, richiesta di esprimersi sui contrasti emersi nelle sentenze già emesse dalla quinta Sezione nella Camera di Consiglio del 31 marzo 2016, ha confermato la rilevanza penale del c.d. falso valutativo. 

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In materia di reati afferenti le ipotesi di gravi frodi Iva, il giudice nazionale deve disapplicare la normativa sulla prescrizione nella parte in cui si prevede che “in nessun caso i termini previsti nell’articolo 157 possono essere prolungati oltre il termine di cui all’articolo 161, comma 2, fatta eccezione per i reati di cui all’articolo 51, commi 3-bis e 3-quater, c.p.p.”. In tali casi, pertanto, il termine ordinario di prescrizione ricomincerà a decorrere da capo dopo ogni atto interruttivo. 

 

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La recente sentenza delle Sezioni Unite della Corte di Cassazione offre lo spunto per una verifica dello stato dell’arte sull’impugnabilità degli atti innanzi alle Commissioni tributarie alla luce dell’evoluzione giurisprudenziale che ha fornito e continua a rendere un’interpretazione sempre più estensiva delle norme di cui agli articoli 2 e 19, D.Lgs. 546/1992 orientata a favorire nei limiti della competenza per materia, la devoluzione dei procedimenti a matrice tributaria in favore del giudice speciale. 

 

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Con l’ormai nota sentenza n. 43809/2015, la Corte di Cassazione ha avuto modo di offrire nuovi interessanti spunti di riflessione in ordine al concetto di residenza fiscale. Nel ripercorrere l’interpretazione europea del concetto di libertà di stabilimento, il Collegio ha, inoltre, escluso la rilevanza penale delle operazioni effettuate dagli imputati poiché effettivamente dettate da scopi di natura imprenditoriale.

 

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